I luoghi sono importanti.

Sono le cornici dell'agire umano (del nostro agire, della nostra vita), gli sfondi dei momenti importanti e non. Influenzano non solo il nostro modo di sentirci ma anche di comportarci.

E non bisogna essere architetti per apprezzare i luoghi.

Se un'architettura è equilibrata, elegante, armoniosa, la maggior parte delle persone, sanno apprezzarla, magari non ne riescono a individuare il motivo, ma lo sentono.

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Sono molti gli studi su come i colori (la cromoterapia) o gli spazi (il feng-shui) condizionino il nostro stato d'animo.

Negli anni '70 una ricerca dimostrò che esiste una relazione forte tra il degrado dei quartieri e i comportamenti incivili delle persone: è la famosa "teoria della finestra rotta" ( https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_delle_finestre_rotte).

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Considero svolto bene il mio lavoro quando il cliente è contento della sua nuova casa, pensata e realizzata su misura per i suoi gusti e le sue esigenze, come un sarto fa con un abito. Ogni progetto è a sé e deve rispecchiare chi dovrà vivere quello spazio e non velleità e vanità estetiche dell'architetto. Nessuna persona è uguale ad un’altra, ha esigenze e gusti diversi quindi due case non possono essere uguali. 

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L'architettura è un'arte delicata, binomio tra estetica e funzionalità, non può essere arrogante ma deve avere una ragione d'essere, deve sapere rispondere in modo equilibrato a diverse esigenze.

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Gli architetti che stimo più di altri?

Rafael Moneo, Renzo Piano e Louis Khan.

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